Una campagna, alternata tra mezzi di comunicazione ufficiali e virali, che si propone quasi come uno stile di vita, una vera e propria filosofia in cui identificarsi o meno. Questo il principio alla base della ormai nota campagna Be Stupid del marchio italiano Diesel.
Ha fatto tanto parlare di sé e credo il suo obiettivo fin dall’inizio sia sempre stato proprio quello: attirare l’attenzione, spingersi anche all’estremo se necessario, far parlare di sé e farlo in modo coerente con il proprio stile e il proprio brand. Requisiti ormai necessari, a mio parere, nell’attuale contesto ipercompetitivo in cui è importante spiccare e distinguersi dalla massa.
E così a circa un anno e mezzo dal lancio della campagna, frutto della creatività interna di Diesel e dell’agenzia Anomaly, viene proposta un’applicazione che potrebbe risultare molto interessante per i tanti “stupidi” che popolano i nostri uffici. Come fingere di lavorare, mentre invece si sta beatamente a cazzeggiare su Facebook??? Ma con ExcellBook ovviamente! La nuova applicazione rappresenta solo un altro elemento della variegata campagna Be Stupid, che nel bene e nel male si sta diffondendo sempre più. E’ gratuita, scaricabile per Pc e Mac, volutamente provocatoria e divertente perché “smart earns money working… stupid earns money facebooking”!
Non ho provato l’applicazione, ma mi ha fatto tanto ridere ripensando ai commenti dei miei ex-colleghi di stage quando venivano sgamati dai loro responsabili su Facebook durante l’orario di lavoro. E chissà in quanti la scaricheranno per utilizzarla indisturbati dalle loro postazioni di lavoro (anzi, se qualcuno dei “stupid” in questione sta leggendo ci faccia sapere qualche aneddoto divertente e qualche racconto).
"Stupido è chi lo stupido fa", recitava Forrest Gump, ma anche in questo caso, come al momento del lancio con la cartellonistica e i video vari, credo che attorno a Diesel si aprirà un vortice di polemiche, a cui l’azienda sembra ormai abituata e di cui sembra non curarsi troppo.
Ricordiamo che, fin dall’inizio, i clienti si sono divisi nettamente in due schiere: quelli che hanno iniziato a denigrare la campagna e a cercare di boicottarla, sottolineando il messaggio apparentemente diseducativo lanciato (e nel mio modo di vedere le cose fermandosi al significato letterale delle parole utilizzate, senza ironia e senza cercare di andare a fondo) e chi, invece, si è subito innamorato della filosofia Be stupid, apprezzandola anche in relazione alla coerenza con un marchio di moda giovane, cool, trasgressivo, ironico e provocatorio (a solo un mese dal lancio della campagna si raddoppiarono le visite al sito dell’azienda da una media di 30 mila al giorno a una media di 60 mila).
Riusciranno gli stupidi a conquistare il mondo???
Fonti: Buzilla's Blog, Corriere della Sera
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