lunedì 1 ottobre 2012

Fashion Shower... ma ne avevamo davvero bisogno???

Ho lottato con tutte le mie forze per evitare questo post, per non parlarne, per ignorare del tutto questa pagina... ma è più forte di me! Questa notizia, questo video mi perseguita, mi si presenta in ogni dove e ogni volta che lo vedo... brrrrr... RABBBRIVIDISCO!!!!


Non so se a voi sia piaciuto, ma io penso di poterlo annoverare tra i più brutti video promozionali visti negli ultimi 10 anni!
Sì, lo so, forse sono esagerata, ma, sarà per la totale ostilità che io nutro per questa donna, sarà per la futilità e l'invito al più becero e frivolo consumismo a cui chiaramente esorta, sarà per questa collezione che oggettivamente "nun se pò guardà!" (tra l'altro spiegatemi quale persona sana di mente, non omonima della suddetta, dovrebbe acquistare e indossare un qualsiasi gioiello o accessorio con il nome e logo Anna), sarà per tutte queste e altre mille ragioni... fatto sta che ogni volta che il mio povero occhio cade su questo video sento vocine nel mio cervello che urlano "ma peeerchèèèèèè?" e poi ancora "pietààààà" o frasi del tipo "ogni volta che sento la parola "feeescion" un giovane stilista muore", ecc ecc..
Per i pochi curiosi, di seguito i dettagli della realizzazione del video:

Styling: George Cortina
Director: Alex Turvey
Producer/DJ: Emiliano Pepe
Hair: Andrew Guida @Close-Up Milano
Make Up: Pablo Ardizzone
Styling Assistant: Carlotta Oddi

Molto più interessante a mio parere è invece il video del backstage della realizzazione. Adoro osservare i backstage, capire i passaggi, comprendere cosa ci sia dietro un prodotto finito, osservare anche il lavoro di tutte le persone che sono nell'ombra ma che ci sono e che contribuiscono a realizzare un video, una campagna, un messaggio.


Detto questo, chiudo, oggi ho un po' il dente avvelenato e non mi va di passare la serata ad avvelenarmelo ancora di più.
Ma invece voi... cosa avete pensato di questo video?  In o out? E della collezione? Aspetto di sentire la vostra...

martedì 25 settembre 2012

Louis Vuitton - Marc Jacobs, un viaggio chiamato moda!

C'era una volta, nella Parigi del 1854, un giovane imballatore francese deciso a creare una piccola boutique di imballaggi da viaggio. Il suo nome, destinato ad entrare nella storia della moda, era Louis Vuitton!
E' su questo stile che inizia il viaggio all'interno della mostra che ho deciso di visitare domenica scorsa al Musée des Arts Decoratifs di Parigi.
 
Il titolo della mostra era (parlo al passato perchè terminava proprio il 16 settembre) "Louis Vuitton - Marc Jacobs" ed era un viaggio nell'universo Louis Vuitton, dalle origini fino ad arrivare ai giorni nostri e alla prorompente creatività del suo attuale direttore creativo Marc Jacobs.

Una mostra affascinante e ben strutturata in cui il visitatore si trova trascinato in un percorso che attraversa quasi due secoli di storia, le innovazioni che li hanno caratterizzati e le evoluzioni di un marchio simbolo della storia della moda francese e internazionale.
E' stato affascinante osservare come tutto sia nato da una semplice boutique di un giovane imballatore, la cui missione principale era creare degli imballaggi, dei bauli per gli ingombranti ed elaborati vestiti e (numerosi) accessori dell'epoca e che il tutto fosse fatto in maniera pratica ed elegante, in modo tale da rendere il viaggio un'esperienza piacevole e affascinante.
E' stato interessante scoprire e osservare i primi bauli, le prime creazioni di Louis Vuitton, le innovazioni di in anno in anno riportate, i primi brevetti, oppure osservare e comprendere la struttura di un baule o come venissero riposti i vari indumenti al suo interno.
E' stato come prendere una macchina del tempo per ritrovarsi catapultati nell'800, epoca che adoro e che mi ha sempre affascinato sotto tanti punti di vista (complici tutti i romanzi e i film con cui sono cresciuta) e scoprire il segreto dei primi successi di un marchio così conosciuto e, ahimè, anche fin troppo abusato ai giorni nostri.
E poi all'improvviso sempre questa meavigliosa e invisibile macchina del tempo mi ha riportato alla nostra epoca e in particolare al 1997, anno in cui un giovane stlista newyorkese fa il suo debutto sulla scena della moda parigina e inaugura la sfilata della prima delle sue numerose collezioni reallizate per il marchio Louis Vuitton... il nome di questo giovane stilista? Beh, ovviamente Marc Jacobs!

Inutile dire che l'immagine del brand è negli anni notevolmente cambiata e che, inevitabilmente, le influenze del nostro secolo si possono facilmente osservare e percepire nelle nuove collezioni, nei nuovi modelli e nelle rivisitazioni dei vecchi, nelle varie collaborazioni... nell'immagine nel complesso del marchio stesso.
Tra le cose che mi hanno maggiormente affascinato in questa seconda parte della mostra, sono da annoverare i riferimenti alle varie collaborazioni della maison francese con artisti e personaggi vari, come la proficua collaborazione con l'artista giapponese Takashi Murakami. A partire dalla prima Cherry Blossom che nel lontano 2003 rivisita completamente in modo ironico e variopinto il tanto conosciuto logo LV, la collaborazione tra Marc Jacobs e Takashi Murakami è continuata e continua ancora oggi su numerosi modelli e collezioni. Il mio parere sulle rivisitazioni dei grandi e storici marchi è sempre stato ed è tutt'ora mutevole e controverso. Non so se acquisterei mai uno dei modelli di queste collezioni, ma guardarli mi mette allegria, mi affascina. Li apprezzo, in un certo senso, come una sorta di "opere d'arte" e in questo modo riesco non solo ad apprezzare, ma anche a interessarmi al frutto di questa collaborazione.
Unica pecca della mostra, dal mio punto di vista ovviamente, è stata la mancanza di riferimenti, se non parziali, alla comunicazione pubblicitaria del marchio e dei prodotti: questa carenza è spiegabile, credo, nel fatto che la mostra voleva essere un viaggio nella storia delle due figure che hanno caratterizzato in modo netto questi due secoli di Louis Vuitton. Sono stati infatti presentati i primi annunci pubblicati da Louis Vuitton sui giornali dell'epoca per far conoscere il suo marchio e un paio di video sulla scelta di personaggi d'eccezione, come ad esempio Madonna, per le ultime collezioni e il (simpaticissimo) video di presentazione di una delle collaborazioni con Murakami.


Beh, nel complesso la mostra mi è piaciuta così tanto che posso riuscire sicuramente a passare sopra questa piccola mancanza. Mi spiace che al momento non sia possibile visitare questa mostra in Italia, ma spero di averne fatto un piccolo e interessante riassunto, con l'augurio che, chissà, magari tra qualche tempo, decideranno di riproporre la stessa mostra anche in qualche città italiana.

sabato 15 settembre 2012

Della serie, a volte ritornano...

Sono mesi ormai che nella testa c'è un pensiero quasi fisso: riprendere in mano questo blog, ritornare su queste pagine e tornare a scrivere!
Quasi un anno e passato e tante cose sono successe. Un anno di novità, un anno di cambiamento, un anno in cui ho dovuto mettere in ordine tante cose nella mia vita e abituarmi a una nuova vita, a una nuova città, a un nuovo lavoro, a nuovi amici, a nuove abitudini... in un certo senso potrei davvero affermare che oggi c'è una nuova me.
Ho deciso di punto in bianco di abbandonare questo progetto in fieri e di dedicare le mie energie ad altre priorità. E' stata una scelta in parte "sofferta" e di cui ancora oggi a volte me ne pento, ma per come procedevano le cose in quel periodo della mia vita non potevo far diversamente.
Ma ora sono qui, sono tornata e spero di rimanere! In questi mesi mi è capitato spesso di leggere notizie, guardare pubblicità, pensare a cose di cui avrei voluto scrivere qui  e, adesso che la mia vita si è un po' stabilizzata, spero di tornare ad essere presente come non mai!!!
Ho già qualche nuova idea e qualche cosa di cui vorrei parlare e un po' alla volta lo farò... nel frattempo, mi rimetto comoda nel mio blog e mi auguro un grande BENTORNATO!!! :)

domenica 27 novembre 2011

C'era una volta... "Woman's Story": come creare awareness ai tempi di Facebook!

Come forse si può capire dalla frequenza con cui ne parlo, sono un'accesa sostenitrice dell'importanza e dell'utilità di Facebook e in generale dei social media come strumenti di marketing. Ovviamente, la semplice presenza su un social media e la creazione di una propria fan page non basta da sola a poter propriamente parlare di Social Media Marketing e a sfruttare al massimo tutte le possibilità che oggi questi strumenti possono donare. Non mi ritengo affatto un'esperta in materia, ma mi affascina molto osservare e cercare di capire le logiche e le attività legate al Social Media Marketing effettuate da aziende grandi o piccole.
Così a giugno, leggendo uno dei blog del mio blogroll (il blog di Guerrilla Mktg, nda.), ho letto una notizia che mi ha colpito e mi è piaciuta molto, legata a un'inziativa realizzata appunto dall'agenzia Guerrilla Mktg e dal suo direttore creativo Alessandro Del Re per la boutique milanese Suite123.
L'attività si chiama Woman's Story e consiste in una simpatica storia raccontata attraverso sette pagine di benvenuto su Facebook, grazie alla creatività e alla bravura della disegnatrice bolognese Samantha Luciani.


L'obiettivo dell'azione è quello di creare awareness attorno alla boutique Suite123 e di farlo in modo spiritoso, ironico e moderno. Tutta la storia si sviluppa su un sottile "doppio senso" che spinge poi a conoscere la suddetta boutique. L'idea dell'agenzia Guerrilla Mktg è mio parere ben studiata e un ottimo spunto per dimostrare che i Social Media possono davvero rivelarsi utili alle aziende, anche a quelle più piccole, ma che non basta improvvisare e, come in tutte le cose, ci vuole impegno, senso pratico e voglia di raggiungere obiettivi concreti. Ma non vi dico altro e lascio a voi la possibilità di seguire passo dopo passo questa divertente storia e la boutique delle sorelle Cigliola. 
Apprezzo molto la loro voglia mettersi in gioco e il modo in cui gestiscono la loro presenza sui Social Media: una presenza concreta, costante, aggiornata, originale e la loro capacità di utilizzare questi strumenti per creare un vero punto di incontro con i propri acquirenti attuali e potenziali. Io ho messo in programma una visitina alla loro boutique nel mio prossimo viaggio a Milano, sono certa che presto ne avrete voglia anche voi!

venerdì 11 novembre 2011

Kapra Sutra, il piccolo manuale illustrato per la liberazione sessuale delle capre...

Qualche mese fa, per la precisione a Giugno, sono stata a Milano in occasione del Fashion Camp per partecipare ad un workshop sul Social Media Marketing, tenuto da Ninja Marketing e Viralbeat. L'esperienza è stata molto ricca sotto diversi punti di vista e ancora oggi, a distanza ormai di mesi, ne conservo un bel ricordo! Ho potuto conoscere davvero tante persone che lavorano nel campo della moda, del design, del marketing, dell'e-commerce, nei blog ed è stata l'aria che si è respirata in quei giorni a spingermi ancora di più a dare vita al progetto di questo blog che mi frullava per la mente da fin troppo tempo, ma che non avevo mai il cAoraggio di mettere in pratica.
L'ultimo giorno di Fashion Camp nel tardo pomeriggio improvvisamente, tra le ultime chiacchiere e i saluti, parte la conosciutissima musica del Gioca Jouer, che ognuno di noi ha sicuramente ballato almeno una volta nella vita, ed entrano in sala due soggetti davvero fuori dagli schemi, vestiti di tutine anni '80 dai colori sgargianti e sfavillanti. L'ilarità si è diffusa all'interno della sala in un battibaleno e senza dare troppe spiegazioni i due curiosi personaggi hanno cominciato a ballare il Kapra Jouer, una versione rivisitata della celeberrima canzone.


Se volevano attirare attenzione e incuriosire sono sicuramente riusciti nell'intento e ricordo che una delle prime cose fatte appena tornata a casa è stata cercare su google e sul sito del Fashion Camp notizie su di loro. E' così che ho scoperto l'Atelier Alessio Blanco e i suoi progetti, tra cui il simparicissimo Kapra Sutra.
Cos'è il Kapra Sutra e di cosa si tratta? Kapra Sutra è un simpatico e originale progetto che nasce dalla creatività dell'Atelier Alessio Blanco e che giocando su un gioco di parole e di immagini vuole supportare l'iniziativa solidale Le capre di Tecla, progetto di Suor Tecla Foschini per raccogliere i fondi necessari all'acquisto di capre da latte per le famiglie della sua Missione in Bangladesh.
L'atelier Alessio Blanco crea così nel 2008 il Kapra Sutra e nel giro di pochi anni l'iniziativa diventa un vero e proprio stile di vita, per chi si sente capra dentro!


Dal 2008 Kapra Sutra, infatti, non si è mai fermato e, in questo senso, è una vera e propria opera in divenire, mutevole e dinamica, che attraversa i tempi, li percorre e ne esce continuamente rinnovata. E così negli anni si sono susseguite iniziative, mostre e progetti tutti collegati all'idea generale del Kapra Sutra. Le più originali, oltre il Kapra Jouer, di cui ho parlato poco fa, sono il Food design ludico del 2010, ossia la preparazione di piatti composti di biscottini colorati a forma di capre che ricostruivano le varie posizioni del Kapra Supra per riempire il pasto di ironia e creatività; o ancora il Percorso Kapra Sutra, realizzato nel 2010 nei Giardini Fresia di Cuneo, che ripropone in chiave ironica un "capresco" Percorso Vita, mostrando un cartello alla volta simpatiche posizioni ed esercizi ginnici che le nostre caprette potrebbero compiere insieme; e infine il Kapra Sutra da indossare, una simpatica maglietta, che reinterpreta il famoso cuore di Keith Haring realizzata in occasione dell'evento STICK MY WORLD al Circolo degli Artisti di Roma.



Originalità, ironia e creatività, per una reinterpretazione della moda e dello stile costante e fortemente innovativa, sono questi gli ingredienti delle iniziative realizzate e appoggiate dall'Atelier Alessio Blanco. Il mio consiglio? Non perdere di vista il loro sito e le pagine Facebook per seguire la scia della creatività, del buon umore, dell'anticonvenzionalità e dell'ironia, elementi fondamentali per aprire la mente e guardare lontano.

sabato 15 ottobre 2011

Trésor Midnight Rose, una scia seducente che avvolge Parigi

Finirò col sembrare ripetitiva, ma torno a parlare di Parigi, questa volta per parlare di uno spot pubblicitario ambientato in questa meravigliosa città. Sto parlando dello spot, con protagonista la bella e giovanissima Emma Watson e il giovane attore francesce Cyril Descours, realizzato per la nuova fragranza femminile Trésor Midnight Rose di Lancôme, che sta già lasciando una ricca e profumata scia in tutto il web. 


Più che di uno spot si tratta di un piccolo cortometraggio che porta per la regia la firma del bravissimo Mario Testino e che nell'arco di 1:45 minuti riesce ad emozionare e a trasportare in un mondo magico ed evocativo in cui credere alla magia dell'amore, del destino e dei sentimenti. Pur non avendo ancora potuto provare la profumazione del prodotto, di cui tutti parlano davvero molto bene, dopo aver visto più volte lo spot assaporandolo a fondo mi è sembrato di essere avvolta in una nuvola di questo profumo femminile e seducente, di esserne catturata e di desiderare di poterlo indossare. Mi sono chiesta più volte come potesse essere pubblicizzato un profumo: come poter trasmettere l'emozione e le sensazioni suscitate da una profumazione? Come si fa a catturare lo spettatore al punto tale da farlo sentire come se avesse sempre conosciuto quel profumo? Come si fa a poterlo descrivere? Mario Testino, con la sua esperienza e l'abile maestria della sua professione, sembra essere riuscito a trovare il modo migliore per esprimere attraverso lo schermo e le immagini qualcosa di etero come un profumo.
Non vi dico altro e vi lascio alla visione di questo splendido spot (che ho letto arriverà anche sugli schermi delle tv italiane, anche se temo in versione ridotta), reso ancora più magico dalla bellezza di Parigi e dalle sue ambientazioni, come il caratteristico quai della Senna con i suoi Bateaux Mouches, o la bellissima libreria Shakespeare & Co. a due passi da Notre Dame, una delle librerie più storiche e caratteristiche della città già set di numerosi film e spot pubblicitari.
Mi sa che nel frattempo io seguirò la scia della bella Emma in profumeria e andrò a provare questo nuovissimo profumo.

giovedì 13 ottobre 2011

La mode est recherche

Qualche mese fa ho stretto contatti con una boutique di Milano e con l'agenzia cui si è rivolta per un'iniziativa che partirà su Facebook che mi aveva molto incuriosito e di cui vi parlerò tra qualche tempo. Quando poi qualche settimana fa, dopo tutte le peripezie del trasferimento, ho rimesso mano alle varie cose che avevo lasciato in sospeso per il blog, ho scoperto che avevano organizzato un evento nei giorni della Paris Fashion Week proprio qui a Parigi.
Riflesso incondizionato, quindi, il pensare "non posso assolutamente mancare!!!". Ed è così che in un soleggiato 2 ottobre mi sono ritrovata nelle splendide sale del Hotel Regina (uno dei più antichi e storici hotel di Parigi) a due passi dai Jardins de Tuileries e dal Louvre all'installazione-evento *sei paris, the showroom - fair event.


Tutto nasce dall'idea dello showroom milanese *sei milano di creare nei giorni della settimana della moda parigina un piccolo evento fieristico sottoforma di showroom in una cornice raffinata ed elegante che potesse fungere da un ottimo punto di contatto e luogo di incontro con collaboratori e buyers internazionali. Occasione fondamentale, questa, per i brand che hanno potuto esporre le proprie creazioni durante l'evento, alcuni dei quali nomi giovani ed emergenti nel campo del design e della moda. Gli espositori e le bellissime creazioni esposte erano davvero numerosi e mi sento quasi in colpa a non poter fare una descrizione minuziosa di ciascuna delle cose che mi hanno colpito e che avrei voluto comprare, ma sarebbe davvero troppo lungo e magari ce ne potrà essere occasione anche in futuro, ma vi consiglio di visitare i siti o pagine facebook dei brand presenti per farvi un'idea: Capogiro Firenze, Cristina Chiti, Divacattiva, Galerie Lerique, Gianlisa, L’Aura, Margot, Muguet Collection, Noemi B., Sonia Bohec, Toscani.
Tra questi ci sono però tre marchi che hanno avuto la capacità di rapirmi il cuore per la bellezza delle proprie creazioni: 
 - Capogiro Firenze, un brand giovane costruito sulla base e l'esperienza di una storica azienda che propone cappelli e borse principalmente di paglia impreziosite da dettagli e originali e, anche se in questo periodo un cappello di paglia non è esattamente il capo principale da prendere dall'armadio, passando davanti al loro stand ho cominciato a desiderare ardentemente di possederne uno; 


 - Noemi B., brand giovane ed emergente, caratteristiche che si notano immediatamente dalla minuziosa cura ai dettagli che rende ogni creazione unica ed inimitabile, creazioni eccentriche, ma decisamente raffinate, femminili e ricercate, come non desiderarle tutte?  


 - e infine Margot, con la sua delicata collezione di gioelli realizzati a mano con l'utilizzo di veri fiori racchiusi in un velo di resina. Creazioni femminili e dal gusto un po' retro in grado di valorizzare, tramite la semplice bellezza di un fiore, la bellezza di ogni donna.


Anche la "macchina pubblicitaria" realizzata attorno all'evento non è stata lasciata al caso ed è stata curata da Guerrilla Mktg, agenzia italiana specializzata in forme di comunicazione non convenzionale, e in particolare dal direttore creativo Alessandro Del Re. L'obiettivo di creare awareness attorno all'evento è stato realizzato attraverso delle piccole installazioni nelle principali strade della capitale francese, con lo scopo di incuriosire e di esaltare lo spirito di ricerca. "La mode est recherche" (la moda è ricerca), questo il claim recitato dai piccoli poster sparsi per le strade di Parigi, con in aggiunta i dettagli dell'evento scritti talmente in piccolo da poter essere letti solo tramite lente d'ingrandimento, stimolando così la partecipazione e l'interazione diretta dei passanti e degli interessati, coinvolti in questo modo nella filosofia della ricerca.


Idea sottile, originale e ben riuscita, a mio parere, capace di comunicare in modo semplice che la moda non è solo frutto passivo di ciò che ci viene proposto da griffe, televisioni e giornali, ma è una continua ricerca, è continua sperimentazione, è un continuo inseguimento di ciò che nuovo, originale e fuori dagli schemi, è un lavoro costante e non improvvisato alla ricerca del bello e dell'estetica, un lavoro e un'attività di analisi che ben conoscono i designer, consolidati od emergenti, che hanno avuto la possibilità di esporre le proprie creazioni durante l'evento.